BIOETICA, GIOVANI ASSETATI DI RISPOSTE. COLLEGHI INSEGNANTI, ASCOLTIAMOLI

Gentile Redazione,

sono un’insegnante di Religione Cattolica in tre Istituti superiori ed ogni giorno incontro i giovani e  mi accorgo di quanto non conoscano determinati significati, anche semplici, sull’origine della vita umana. Tutti parlano di bioetica, ma quanti la conoscono realmente?

I ragazzi fra i 14 e i 20 anni, ed anche oltre, cercano di comprenderne i passi ma poi si perdono dietro a concetti che per loro sono troppo difficili. E così argomenti come la tutela della vita umana fin dal concepimento, l’inseminazione artificiale, ed altro finiscono nel “dimenticatoio”.

Gli adolescenti e i giovani vorrebbero comprendere,  capire, ma….non c’è chi spiega loro in modo semplice e sintetico questi argomenti. Ad un certo punto mollano tutto e continuano coi loro interrogativi sulla vita umana.

Spesso gli allievi fanno domande “a valanga”, una dietro l’altra; vorrebbero ricevere risposte chiare, precise, brevi, ma che nello stesso tempo soddisfino le loro esigenze non solo culturali, ma soprattutto interiori.

Questo è un fattore molto positivo: dai giovani che adesso sono sui banchi nascerà la società di domani. Se i giovani vengono informati e guidati, nel modo giusto, verso l’approfondimento di tematiche riguardanti la vita umana e la sua tutela, fin dal primo istante del concepimento, diventeranno loro i “portatori dell’annuncio della vita e i suoi difensori”. 

Lo stesso fatto che abbiano tutta questa “fame e sete” di conoscenza nell’ambito della bioetica, è sintomo del loro desiderio di voler fare qualcosa, di non restare passivi davanti ad una società che  troppo spesso, riduce la vita dell’uomo a “merce”.

E’ bene che la gioventù abbia l’opportunità di conoscere; la scuola, che è l’ambiente nel quale i ragazzi passano la maggior parte del tempo, potrebbe diventare il “luogo privilegiato” per fornire almeno le basi di questa informazione. Ma sappiamo bene che a scuola non c’è la materia “bioetica”, non ci sono insegnanti che la insegnino e al massimo si riesce ad avere l’autorizzazione per un corso pomeridiano. Come fare allora?  Innanzitutto sarebbe opportuno che i docenti, che credono nel valore della vita umana  si aggiornassero in modo da trasmettere le giuste notizie ai propri allievi che le richiedono. 

Come insegnante di Religione Cattolica da 21 anni, posso dire che spesso, soprattutto negli ultimi tempi, mi è capitato di dover affrontare con gli allievi argomenti di bioetica, e volentieri l’ho fatto. Ho anche creato nel mio sito (www.bioeticaefamiglia.it) una sezione dedicata alla scuola in cui vengono inseriti i lavori fatti dagli studenti su temi di bioetica.

Sarebbe auspicabile creare una sorta di “rete” fra noi docenti in modo da poterci confrontare su questi argomenti per poi affrontarli a scuola; ma nello stesso tempo si potrebbe creare anche una  “rete” con i giovani che ci permetta di interagire con loro e di rispondere alle loro domande nel modo più semplice possibile.

Mettersi a disposizione per svolgere un ruolo del genere significa mettersi al servizio della vita umana, per annunciarla a tutti quei giovani che cercano risposte alle loro domande di senso sull’esistenza.  

Adele Caramico

pubblicato su Avvenire – inserto “èvita” del 30/11/2006