Evangelium vitae: una riflessione (III Parte)

La Seconda Parte di questa Enciclica parla del messaggio cristiano sulla vita umana.

Nel mondo attuale ci sono, ogni giorno, continue minacce alla vita dell’uomo e rendersi conto di questo potrebbe portare a sentirsi impotenti. La reazione che dal punto di vista umano verrebbe spontanea sarebbe proprio quello dello scoraggiamento davanti ad un “muro” dovuto al male.

Ma è proprio davanti a tali situazioni che il singolo credente viene chiamato a testimoniare in modo più forte la sua fede in Gesù e nel suo insegnamento. Solo in Cristo è possibile trovare la forza necessaria per poter combattere e testimoniare il vero valore della vita umana, solo in lui si trova quel coraggio che serve per affrontare e lottare affinché la vita dell’uomo sia amata e rispettata, sempre.

“In Cristo, infatti, è annunciato definitivamente ed è pienamente donato quel Vangelo della vita che, offerto già nella Rivelazione dell’Antico Testamento, ed anzi scritto in qualche modo nel cuore stesso di ogni uomo e donna, risuona in ogni coscienza «dal principio», ossia dalla creazione stessa, così che, nonostante i condizionamenti negativi del peccato, può essere conosciuto nei suoi tratti essenziali anche dalla ragione umana”

(Evangelium vitae 29)

La vita è sacra e da questa sua sacralità ne consegue anche la sua inviolabilità. Dio è il datore della vita ma ne chiede conto a ciascuno di noi. La sua “creatura prediletta” è responsabile non solo della sua vita ma anche di quella del fratello.

Ritorna la vicenda di Caino ed Abele. Con la domanda che il Creatore fa a Caino, su dove fosse suo fratello, viene messo in risalto proprio questo compito che è affidato a ciascuno di noi. Ma non solo questo! La domanda che Dio fa chiedendo conto a Caino di ciò che avesse fatto ad Abele, mette in evidenza come la vita umana sia sacra ed inviolabile. Nessuno uomo ha il diritto di decidere della morte del suo simile, nessun uomo ha il diritto di togliere la vita ad un altro uomo.

Solo Dio è il Signore della vita e della morte.

“Il comandamento del «non uccidere», incluso e approfondito in quello positivo dell’amore del prossimo, viene ribadito in tutta la sua validità dal Signore Gesù”. 

(Evangelium vitae 41)

Con Gesù arriva a compimento tutta la Legge. Quest’ultima diventa annuncio della “lieta novella”, un annuncio che è particolare in quanto riporta alle sue radici la stessa esistenza umana.

Il Vangelo della Vita si rivela completamente sulla Croce. Gesù, inchiodato su di essa, viene innalzato e proprio davanti all’impotenza più totale avviene la manifestazione della sua Gloria.

Nella Parte Terza dell’Evangelium vitae si continua ad approfondire il comandamento “Non uccidere”, con riferimenti a più testi biblici. Tutto converge successivamente nella Parte Quarta in cui viene messo in evidenza come l’annuncio, per il credente, debba trasformarsi in una celebrazione dello stesso Vangelo della Vita. Ma tale trasformazione può avvenire non attraverso le “chiacchiere”, bensì attraverso le opere.

L’educazione ad amare la vita umana, a difenderla e ad annunciarla come dono del Creatore, fonda le sue basi nell’educazione familiare.

“La famiglia è chiamata in causa nell’intero arco di esistenza dei suoi membri, dalla nascita alla morte. Essa è veramente «il santuario della vita…, il luogo in cui la vita, dono di Dio, può essere adeguatamente accolta e protetta contro i molteplici attacchi a cui è esposta, e può svilupparsi secondo le esigenze di un’autentica crescita umana». Per questo, determinante e insostituibile è il ruolo della famiglia nel costruire la cultura della vita”.

(Evangelium vitae 92)

Questa Enciclica bisognerebbe leggerla e meditarla ogni giorno proprio per i contenuti e le riflessioni profonde che ne scaturiscono.

La vita umana, centro di tutto il Creato, va tutelata sempre, in ogni fascia della sua esistenza: dal momento del concepimento fino alla sua morte naturale. Non esiste un solo momento in cui essa non debba essere rispettata, difesa ed amata.

Giovanni Paolo II termina l’Evangelium vitae rivolgendosi a Colei che ha portato in grembo Colui che è morto affinché tutti noi avessimo la Vita!

Mi piace terminare questa breve sintesi di questo documento così importante, proprio con la preghiera che è posta al suo termine.

“O Maria,
aurora del mondo nuovo,
Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda, o Madre, al numero sconfinato
di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere,
di uomini e donne vittime di disumana violenza,
di anziani e malati uccisi dall’indifferenza
o da una presunta pietà.
Fa’ che quanti credono nel tuo Figlio
sappiano annunciare con franchezza e amore
agli uomini del nostro tempo
il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo
come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine
in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo
con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà,
la civiltà della verità e dell’amore
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita”.

(Evangelium vitae 105)

(Adele Caramico Stenta)

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