La nascita della bioetica potrebbe essere “collocata” nel conflitto che è emerso, e che continua ad andare avanti, fra la qualità della vita e la sacralità della stessa, fra ciò che della vita dell’uomo può essere “toccato” e ciò che invece è “intoccabile”. Il limite di un ambito dall’altro a volte è impercettibile, come spesso i due ambiti si compenetrano l’uno nell’altro per cui diventa quasi impossibile riuscire a dividerli nettamente l’uno dall’altro. Forse si potrebbe affermare che questa nuova scienza nasca per poter cercare di conciliare i due ambiti. Ma se guardiamo alla realtà che ci circonda ci rendiamo conto come, come già detto precedentemente, la stessa bioetica si “divide” in altre “bioetiche” a seconda del pensiero di partenza e di arrivo di ciascuno.
Se si osserva l’itinerario storico della bioetica ci si rende conto che a tutt’oggi la sua stessa definizione non è per nulla data per scontata. Infatti c’è chi la considera come “un movimento di idee storicamente o storicisticamente mutanti; chi la considera piuttosto una metodologia di confronto interdisciplinare tra scienze biomediche e scienze umane; chi r5iconduce la riflessione bioetica ad un’articolazione della filosofia morale e chi ritiene ormai che questa riflessione possa essere definita come una disciplina autonoma” (E. SGRECCIA, Manuale di bioetica. Fondamenti ed etica biomedica, Vol I, editrice Vita e Pensiero, Milano 20003, p. 21).
La bioetica è un terreno particolare, luogo di fratture e di ricomposizioni insieme, anche se fragili. Essa, in effetti, richiama valori che l’uomo sente inderogabili, in quanto riguardano quel senso e significato più profondo che ha la stessa vita umana (Cfr. S. SEMPLICI, Bioetica. Le domande, i conflitti, le leggi, editrice Morcelliana, Brescia 2007, p. 23).
C’è anche chi parla di bioetica facendo una suddivisione un po’ particolare, addirittura si parla di “bioetica di frontiera” e di “bioetica quotidiana”.
Quando si parla di “bioetica di frontiera” si è in presenza in effetti di casi molto particolari che mettono a dura prova tutte le convinzioni personali di coloro che ne sono coinvolti, come i medici, il paziente e i suoi stessi familiari.
Ci troviamo nelle situazioni “limiti” in cui diventa molto difficile riuscire a stabilire fino a quando è bene e dove incomincia il male in un’azione, situazioni limiti che purtroppo accadono e che comunque devono essere affrontate e per le quali è necessaria una profonda riflessione ma anche una oggettiva presa di coscienza della situazione da dover affrontare e, molto spesso, in tali situazioni, i tempi che si hanno a disposizioni per formulare la decisione sono brevi e quindi non permettono un più o meno lungo o sufficiente periodo per poter riflettere, confrontarsi e poi decidere.
La qualità della vita e la sua sacralità entrambe fanno parte dei doveri di cui si occupa l’etica medica.
In ogni caso sia per quanto riguarda l’inizio della vita umana che il suo termine, il centro di tutta la discussione è sempre lo stesso: la persona umana. È come un unico filo conduttore sul quale si muove la vita dell’uomo. A seconda di come si consideri la vita dell’uomo, di quando la si consideri tale, la si consideri realmente vita e di quali diritti le si riconoscano, si affrontano le varie tematiche e in effetti si hanno le “diverse bioetiche”. E’ la vita dell’uomo, la sua stessa dignità ad essere al centro di tutto. La bioetica o le bioetiche scaturiscono dai diversi approcci ad essa, dai diversi modi di volerla considerare nella sua interezza o se la si vuole considerare solo in un momento specifico del suo sviluppo.
Adele Caramico Stenta