Maternità “diverse” e Magistero della Chiesa

La Chiesa, da sempre, si è preoccupata come madre di guidare e consigliare i suoi figli, anche su argomenti inerenti la maternità e, ultimamente, pure le “nuove forme” di maternità. Quest’ultime sappiamo che sono maternità ottenute non in modo naturale, in seguito ad un rapporto coniugale, bensì artificialmente in un laboratorio.

Possiamo affermare che dal Concilio Vaticano II il Magistero ha maggiormente tenuto conto di ciò che avviene anche riguardo alla maternità umana.

Però c’è da ricordare che già precedentemente con Pio XI, per esempio, con la Casti Connubi si era parlato di “maternità”, e pure con Pio XII, nel discorso ai novelli sposi, era stato dato ampio spazio a questo argomento.

Dopo il Concilio Vaticano II la Chiesa cerca anche di dare delle risposte che siano “pratiche”, oltre al continuare a proporre nuovamente quei principi dottrinali universali che sono validi sempre.

I Documenti e gli interventi del Magistero su una questione così delicata quale la procreazione umana e i nuovi risvolti che si hanno con le “nuove forme” di maternità, sono molti.

Dovendo fare una scelta fra questi ci soffermeremo su tre:

  • Donum Vitae
  • Evangelium Vitae
  • Dignitas Personae.

La Donum Vitae è un’Istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede  pubblicata il 22 febbraio 1987. Il motivo principale di tale documento è quello di cominciare a rispondere ad alcune questioni inerenti alla conformità o meno alla morale cattolica delle tecniche biomediche che permettono di intervenire nel concepimento di un essere umano, nella sua fase iniziale e negli stessi processi della procreazione .

Il Documento si presenta sotto forma di domande e risposte, precedute da una introduzione che presenta le varie problematiche alle quali si vuole dare una risposta. E’ diviso in tre parti. Nella prima parte si parla del valore e dello statuto dell’embrione umano; nella seconda si parla delle tecniche di procreazione artificiale e nella terza parte vengono affrontati i problemi inerenti al rapporto fra morale e leggi civili.

C’è una particolarità da sottolineare: in questa Istruzione non viene usata quasi mai la parola “maternità”. Forse ciò perché a porre i relativi interrogativi non è la maternità, intesa come frutto dell’unione coniugale, ma quella ottenuta in modo artificiale. Difatti si parla di fecondazione o di inseminazione artificiale, cioè di fecondazione umana che è avvenuta senza l’unione sessuale dell’uomo e della donna.

Nella Donum Vitae viene fatta una differenza tra la FIVET (fecondazione in vitro) e la GIFT (che è una forma di inseminazione artificiale) per quanto riguarda la valutazione morale. Sulla prima si esprime in modo negativo, sulla seconda esprime un giudizio positivo se si tratta di inseminazione omologa, in una coppia di sposi, effettuata però solo come un aiuto all’atto coniugale e non come una sua sostituzione.

Tutto ciò che sostituisce l’atto coniugale è moralmente illecito, in quanto in tale modo non c’è una vera apertura alla vita ma si tende a sostituirsi al posto del Creatore per “creare” un nuovo essere umano.

L’ Evangelium Vitae è un’Enciclica di Giovanni Paolo II, pubblicata il 25 marzo del 1995. In essa possiamo affermare che ci sia tutto ciò che la Chiesa ha detto riguardo alla vita umana, alla sua tutela, alla sua dignità dal momento del concepimento fino alla sua morte naturale.

E’ un capolavoro di morale della vita. Il suo stesso titolo, che significa Vangelo della Vita, ci introduce alla bellezza e profondità dei contenuti espressi dal Santo Padre.

Per quanto riguarda le tecniche di fecondazione artificiale l’Enciclica sottolinea che anche se all’apparenza sembrerebbero a servizio della vita, in effetti diventano la porta di accesso per effettuare nuovi attentati alla stessa vita dell’uomo. Innanzitutto perché tali tecniche hanno una grossa percentuale di insuccesso, infatti lo sviluppo successivo dell’embrione viene esposto a rischio di morte entro tempi molto brevi. Poi sottolinea il problema degli “embrioni soprannumerari” che vengono prodotti ma non impiantati nell’utero della donna, e tali embrioni, che sono già vita umana, hanno un triste destino: eliminazione o usati per ricerche!

Basandosi sempre sul messaggio biblico viene messo in evidenza come tali “tecniche” sfocino nel considerare la vita umana non per quello che essa realmente è, cioè un valore sacro e intoccabile, ma come “qualcosa” che si possa  manipolare a piacimento in un laboratorio.

La Dignitas Personae è un’Istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede, dell’8 settembre 2008 e riguarda alcune questioni di Bioetica. Il Documento si divide in tre parti. La Prima Parte affronta gli aspetti antropologici, etici e teologici della vita umana e della procreazione. La Seconda Parte parla dei “nuovi problemi” che scaturiscono proprio dalle varie e nuove tecniche di fecondazione o inseminazione artificiale. La Terza Parte parla circa le nuove terapie che comportano la manipolazione dell’embrione o dello stesso patrimonio genetico umano.

Ciò che viene esposto e sottolineato è sempre il dover rispettare la vita dell’uomo in ogni sua fase, partendo dal momento del concepimento che non deve avvenire in un laboratorio ma essere frutto dell’amore e del dono reciproco degli sposi.

Adele Caramico Stenta

pubblicato sulla Rivista “Milizia Mariana”,  2009