Il Rosario

Chi sta leggendo avrà visto chissà quante volte una corona del Rosario. Ce ne sono per tutti i gusti, dal punto di vista estetico: colorate, di plastica, d’argento, di colori diversi e con grani di forme diverse.

Ma al di là dell’aspetto tutti sanno a cosa serva?

Da stasera, 14 agosto 2019, in cui stiamo già nella Solennità di Maria Santissima Assunta in Cielo, inizierà una rubrica dedicata proprio alla preghiera del Rosario.

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La preghiera del Rosario è la privilegiata per meditare sulla vita di Gesù passando attraverso Sua Madre.

La suddivisione in 20 misteri scandisce la stessa vita del Maestro. Meditando ogni Mistero meditiamo sul Vangelo, recitando ogni volta una decina di “Ave Maria” siamo insieme alla Madre che nel silenzio ha seguito Suo Figlio.

“Il Rosario della Vergine Maria, sviluppatosi gradualmente nel secondo Millennio al soffio dello Spirito di Dio, è preghiera amata da numerosi Santi e incoraggiata dal Magistero”

(GIOVANNI PAOLO II, Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, 16/10/2002, n. 1)

Nel secolo scorso, soprattutto in periodi particolari di difficoltà varie a livello di guerre, per esempio, le famiglie si riunivano nella recita del santo Rosario. Lo facevano nelle case, ma anche davanti le porte delle proprie abitazioni, mettendosi insieme, coi bambini che intanto giocavano.

La vita frenetica subentrata successivamente ha fatto un po’ perdere questa santa abitudine che invece serviva proprio a tenere più unite le persone ed a condividere gioie e dolori degli altri, affidandoli propri alla Mamma Celeste.

Ma il Rosario, preghiera prediletta e raccomandata da tanti Pontefici, non ha perso certo il suo valore e la sua importanza. Anzi!

Giovanni Paolo II proclamò da ottobre 2002 ad ottobre 2003 l’Anno del Rosario. Egli, sempre nella stessa Lettera apostolica, al n. 5, scrisse:

“Il Rosario si pone nella migliore e più collaudata tradizione della contemplazione cristiana. Sviluppatosi in Occidente, esso è preghiera tipicamente meditativa e corrisponde, in qualche modo, alla «preghiera del cuore » o « preghiera di Gesù » germogliata sull’humus dell’Oriente cristiano”.

La meditazione dei Misteri, la preghiera del Padre Nostro dopo l’enunciazione del Mistero, seguita dal pregare 10 “Ave Maria”, agli occhi di alcuni potrebbe apparire una “pratica ripetitiva”. Ma per la fede non è così.

E’ proprio quel far scorrere i grani fra le mani, mentre si prega con la corona del Rosario, che ci permette di riflettere sui vari momenti della vita di Gesù e ci aiuta a cercare di vivere ogni giorno ciò che Lui ci ha insegnato.

E tutto questo avviene con ed attraverso la Mamma Celeste, Colei che per nove mesi lo ha portato in grembo, Colei che lo ha accompagnato nella sua crescita, che è stata sotto la Croce a veder morire il Figlio in un modo straziante.

Sotto quella Croce chissà cosa pensava Maria.

Lei, Madre dei dolori, in quei momenti aveva il cuore straziato.

Non esiste un dolore più grande come quello che prova una madre nel veder morire il proprio figlio.

Ed anche per Maria di Nazareth è stato così. Ma lei quel Figlio lo ha donato a tutti noi, a tutta l’umanità.

La corona del Rosario ci ricorda tutto questo ed altro ancora.

“Ave Maria”!

Con questo saluto l’Arcangelo Gabriele si presentò da Maria per dirle la strada che il Padre aveva scelto per lei.

Questo stesso saluto lo ripetiamo tante volte quando preghiamo il Rosario.

La corona del Rosario ha un’importanza particolare per coloro che credono.

Non è un “talismano”, non è una “collana”, non è un “oggetto qualsiasi”.

La corona del Rosario è uno strumento per pregare.

Giovanni Paolo II, sempre nella stessa Lettera apostolica, scrive al n. 36:

“A tal proposito, la prima cosa da notare è come la corona converga verso il Crocifisso, che apre così e chiude il cammino stesso dell’orazione. In Cristo è centrata la vita e la preghiera dei credenti. Tutto parte da Lui, tutto tende a Lui, tutto, mediante Lui, nello Spirito Santo, giunge al Padre”. 

Teniamo presente il grande valore della preghiera del Rosario quando stringiamo nelle nostre mani quella corona con la quale lo recitiamo.

E con le parole di Bartolo Longo:

“Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio”

sorge spontaneo un invito a recitare questa bellissima preghiera, in famiglia, nelle comunità, con gli amici, per chi ancora non l’ha fatto; ed un invito a continuare a pregare ancora di più con la corona a chi già lo fa ed ad invitare altri a farlo.

(continua)

Adele Caramico Stenta