La famiglia oggi e le sue crisi (IV Parte)

Terzo elemento di crisi: la fede

Un terzo elemento di crisi, nelle coppie di oggi, abbiamo già detto che è il declino della fede.

Si assiste spesso a una fede, una religiosità, vissuta in famiglia in modo non armonico. Il problema della fede a volte non si pone proprio, oppure accade che solo uno dei due coniugi ne abbia interesse. I figli non vengono sempre educati nella ed alla fede, con le conseguenze che spesso vediamo intorno a noi.

La religiosità familiare viene relegata, di frequente, ad un posto marginale nella vita di una coppia, a volte non viene proprio presa in considerazione. In tale modo non diventa un’esperienza  di vita comunitaria e di preghiera, in quanto viene collocata nel fondo della coscienza del singolo.

Ma la vita senza la fede diventa un’esistenza senza una meta, senza un punto di riferimento. E’ come se una nave pretendesse di approdare senza avere l’ancora da gettare in mare e con la quale potersi mantenere più salda.

Navigare sul mare della vita comporta il saper tracciare e seguire una rotta  ben precisa, l’avere i mezzi di salvataggio adatti per la sicurezza, avere l’ancora da gettare nel porto per potersi anche fermare.

La rotta è la vocazione del matrimonio in Cristo, i mezzi di salvataggio sono i sacramenti e la preghiera, l’ancora è la nostra fede, il porto nel quale fermarsi è il Signore.

Cominciamo dal primo elemento, la rotta. Il matrimonio è un sacramento, ci si sposa in Cristo e con Lui bisogna continuare il cammino, attingendo sempre alla Sua Fonte inesauribile. Col sacramento gli sposi ricevono le grazie proprie del matrimonio, con le quali andare avanti nella vita di coppia, nella crescita ed educazione dei figli, nell’affrontare le varie difficoltà che la vita pone davanti.

Ma tutto questo ha bisogno di un secondo elemento, affinché questa nave possa continuare a navigare, sicura, senza affondare, ha bisogno dei sacramenti e della preghiera. Questi sono proprio i mezzi di salvataggio necessari per la sopravvivenza di questa nave, che è la famiglia. Senza l’accostarsi, frequentemente, all’Eucarestia, al sacramento del Perdono, non si possono ricevere quegli aiuti spirituali necessari affinché la nostra vita possa procedere, maggiormente “rinforzata” nella sua struttura principale.

Tutto questo fino ad ora detto, non avrebbe nessun significato e , soprattutto, non potrebbe essere fatto, se non ci fosse la fede. Essa è veramente l’ancora alla quale potersi attaccare e della quale servirsi per approdare in modo sicuro. Senza l’ancora la nave non potrebbe mai attraccare in un porto.

Il porto sicuro nel quale approdare è il Signore: solo in Lui c’è la nostra forza, il nostro rifugio, la nostra esistenza. La coppia che, navigando sul mare della vita, riesce a seguire la rotta giusta e ad approdare a Lui, può essere certa di vivere nel modo più giusto il sacramento del matrimonio.

Soffermerei un attimo l’attenzione su un aspetto che si può considerare molto importante per la vita di fede, per la coppia e per la sua stessa unione ed armonia: la preghiera.

Pregare è dialogare con Dio, parlare con Lui ed ascoltarLo mentre parla al nostro cuore. Il Beato Giovanni XXIII diceva che la famiglia che prega insieme vive pure insieme.

Alzarsi al mattino e lodare insieme il Signore, marito, moglie e figli, per il giorno che inizia, sottolinea in modo diverso come vivere quella giornata, e fa affrontare in maniera differente le varie attività che in essa si svolgeranno.

Essere riuniti attorno alla mensa, coi figli, e ringraziare insieme il Signore per il cibo che si sta per consumare, dà un significato nuovo allo stesso mangiare insieme.

Riunirsi insieme per ringraziare il Signore la sera, per il giorno trascorso, esaminare il modo in cui si è vissuta quella giornata e chiedere perdono a Gesù di ciò che di sbagliato si è fatto, di quanto amore non si è donato ai fratelli, aiuta a crescere insieme nella fede ed a cercare di migliorare i propri rapporti fra i vari membri della famiglia, con gli altri e con Dio stesso.

Benedire, quali genitori, i propri figli, è segno della nostra preoccupazione per loro, non solo materiale , ma anche spirituale. Segnare i propri bambini col segno della croce, al mattino e alla sera, è ricordare il giorno del Battesimo in cui su noi, e sui nostri figli, esso  è stato fatto. La croce ci indica l’appartenenza a Cristo e, nello stesso tempo, è segno di benedizione.

Cercare momenti, anche piccoli, durante la giornata, in cui potersi fermare un poco in silenzio, col televisore spento, e rivolgersi insieme al Signore, sono piccoli tesori che noi costruiamo per la nostra famiglia.

La recita del santo Rosario, fatta insieme, diventa poi un momento privilegiato:  con la Mamma Celeste, si ripercorre il Vangelo e si medita sui momenti più importanti della vita di Gesù. Man mano che i grani del Rosario passano tra le mani, il Signore entra nella vita della famiglia, la unisce di più e quei problemi inevitabili che si hanno ogni giorno, cominciano ad avere un aspetto diverso, cominciano a pianificarsi e ad essere più chiari per poterli risolvere.

Pregare è un aspetto fondamentale per l’unione della famiglia, con il ricevere i Sacramenti, il partecipare alla S. Messa, tutti insieme, figli e genitori.

Non servono molto le parole ma ciò che conta sarà senz’altro l’esempio che un papà ed una mamma possono dare ai propri figli.

Sarebbe molto bello se, i genitori tornati a casa, dopo aver partecipato alla S. Messa con i figli, si soffermassero un attimo, prima di sedersi a tavola, per assimilare meglio ciò che, tutta la famiglia, ha ricevuto durante la celebrazione eucaristica.

Tornando a casa, dopo aver partecipato alla S. Messa, bisognerebbe preparare due mense. Una mensa per il cibo materiale ed una per quello spirituale. Sulla prima mensa va il nutrimento del corpo, sulla seconda quello dell’anima. La Parola di Dio, appena ascoltata, potrebbe essere meditata e tradotta in suggerimenti di vita concreta da vivere durante la settimana che inizia.

La parola “insieme” è stata evidenziata più volte perché la fede di una famiglia va vissuta ed alimentata con l’aiuto e la collaborazione di tutti i suoi componenti.

La famiglia che si riunisce nel nome di Cristo vive quello che Lui ci ha detto:

Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20).

Quale luogo migliore per vivere questo?

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Adele Caramico Stenta